domenica 29 aprile 2007

JULES ET JIM



Questo è un film sull’amore, anzi è l’Amore che parla attraverso il film e nasce cresce e si manifesta in tutte le sue diverse forme e sfaccettature, è come un diamante, dai molteplici lati, e ogni suo lato non fa altro che ravvivare e rafforzare quella luce che abbaglia gli occhi di chi lo guarda. E non bisogna spaventarsi o rabbrividire se in scena non c’è la “comune” coppia di innamorati, principio chiave del film è che l’amore non è quello esclusivo tra due, (o almeno non solo per loro) l’amore è Amore per l’Amore. L’amicizia tra Jules e Jim appare come il cuore pulsante e palpitante di una storia che si sviscererà in tante piccole storie, che confluiranno tutte quante nell’elogio finale per l’Amore e la Morte. Amore e Morte legate fino alla fine, forse perché chi ama davvero, chi ama così profondamente un uomo (o la vita), come fa Cathrine, non può pensare di poter continuare a vivere essendone privata, e infondo il suo suicidio deve esser concepito come estrema celebrazione alla vita; consapevole del non poter mai più provare un tale Amore preferisce morire e rendere Eterno quel sentimento che ha provato, sempre fino in fondo, senza mai risparmiarsi. Sullo sfondo la vitalità della Belle Epoque, con tutta la sua carica innovativa culturale, sessuale, artistica. Jules e Jim, uno tedesco e l’altro francese, sono due letterati, amanti della cultura e amanti della Bellezza e del bello. E’ proprio la loro alta cultura a rafforzare la loro amicizia, sostenuta da un’incredibile curiosità verso il diverso, il lontano. I due amici sono estremamente diversi l’uno, Jules il tedesco, ingenuo, tenero, estremamente idealista; pensa all’Amicizia e all’Amore come concetti, idee assolute, platoniche. Così diverso da essere idoneo nel mondo moderno, in quel mondo così emancipato per lui, dove non riesce a trovare una donna che riesca davvero a stimolarlo e ad amare, e un po’ intimorito e un po’ rassegnato da questa ricerca, sembra quasi accontentarsi di quel primo amore che ha lasciato nel suo paese prima di trasferirsi in Francia. E poi è ancora una volta l’amore per il bello a “scegliere” per lui. E’ come una apparizione, il sorriso fermo, immobile ed eternamente immutabile di una statua, sarà quello il volto del suo unico Amore, e sarà quello l’unico volto di donna che continuerà a cercare. Jim è il nuovo volto della Francia; come lui stesso si definisce è un curioso per professione, rappresenta la modernità, riesce a coniugare perfettamente cultura e vita in una sintesi assoluta e troppo autentica per sembrare artificiosa. Jules ama il concetto della vita, Jim ama la vita. Jules cosi terribilmente inadeguato, Jim così gravemente attuale. Ma quella diversità così tanto esibita fu taciuta dall’arrivo di una donna. Era lei ciò che legava due uomini cosi terribilmente asincroni: Cathrine; era lei tutto ciò che avevano amato in una statua che videro in un museo italiano; era l’Idea di Donna che avevano sempre amato. Ma “Cathrine era troppo di Jules perché Jim potesse anche solo prenderla in considerazione come donna”. L’amico francese sapeva che Cathrine non era la donna adatta per Jim, che ben presto lei si sarebbe annoiata di quelle qualità che in principio l’avevano fatta innamorare di Jules: la sua mitezza, l’estrema ingenuità e la tranquillità, quel suo modo d’amare tipicamente romantico (nel senso più comune e popolano del termine) aspetti che l’avrebbero portata all’abbandono; e nonostante tutto, per amore del suo amico, fece tacere quell’ impulso irrefrenabile che lo spingevano verso quella donna così libera e fragile. I contorni di Cathrine sono assai labili e confusi appare difficile cercare di capire se è tanto femminile da servirsi del suo lato puerile come arma di seduzione, o tanto infantile da attirare l’amore dei due uomini, che per lei provavano innanzitutto un grande senso di protezione; protezione per una donna che nella tempesta sa amare tutto e tutti e nella tranquillità della vita familiare non riesce ad amare neppure sé stessa. Cathrine è una creatura eccezionale, non può essere racchiusa nella sterile e infondata idea di donna; ella è molto più di una donna, è tante donne: in lei c’è l’amore rigoroso di Gilbert che aspetta instancabile l’amore di Jim, in lei c’è la giovinezza, la purezza, la gioia e la spensieratezza di sua figlia Sabine, lei sembra quasi essere la portavoce di quel femminismo che di lì a poco si sarebbe manifestato (il suo tuffo nella Senna ha quasi la stessa carica rivoluzionaria delle donne che in piazza bruciarono il reggiseno, dimostrazione di una nuova epoca e di cambiamenti). Cathrine è tutta la vita racchiusa in un sorriso di dea. Ma ciò che di lei più amano Jules e Jim non è la sua bellezza, non è la sua spiccata intelligenza… è la sua incapacità di mentire! E’ questo che la rende unica ai loro occhi; ed è solo in nome di questa unicità che riescono ad accettare la sua anarchia amorosa, unico principio ispiratore della sua vita. E’ talmente vera da riuscire a confessare, a colui che è diventato suo marito Jules, il tradimento prima del matrimonio; è talmente vera da confessargli, senza ombra di pentimento o rimorso, l’amore nei confronti del suo migliore amico e nonostante tutto continuare a volergli bene; e qui il regista, come un padre premuroso o come un cronista ineccepibile mette in mostra, senza giudicarli, i segni del cambiamento ed è estremamente efficace a difendere la donna che potrebbe essere bersaglio facile di accuse pesantissime. Al centro di questo film c’è l’amore per due uomini, contemporaneamente, così diversi l’uno dall’altro, ma il regista esibisce tutta la tenerezza e la purezza di questo manage a trois. Non c’è nulla di perverso, di non sano o di immorale, anzi l’amore che Cathrine prova per questi due uomini è l’amore completo, è l’amore per l’amore, è l’amore per il sentirsi amati. Cathrine è una strana-donna, “cercava di imbrogliare la perfezione del mondo attraverso le sue scappatelle”, è assolutamente incapace di concepire l’immobilità dell’amore e della felicità. L’amore e la felicità è nella ricerca e non nella stasi, e in questo è molto simile a Jim, ed è questo che ama di Jim. Cathrine è assolutamente incapace di accontentarsi o di fermare per sempre un momento come la felicità, l’unica soluzione che ad una donna sempre alla ricerca dell’amore e della felicità si presenta è rendere eterni i suoi sentimenti fermandoli prima che possano degenerare. Unica soluzione: suicidio!
Jules e Jim è uno dei manifesti della Nouvelle Vogue una corrente aspramente schierata contro quel modo di fare cinema da loro stessi definito “cinema dei figli di papà”. Si schierano contro quel cinema classico che vede nella regia invisibile la sua espressione più alta e fa posto ad una regia estremamente viva e presente, dove proprio quei tocchi visibili della telecamera, i fermi immagine, il pedinamento dei personaggi, la voce fuori campo esplicitano la poetica dell’autore.
E il bianco e nero utilizzato, così netto candido fa presumere che Truffout non abbia voluto caricare il film anche del colore, come se questi potesse essere motivo di distrazione, piuttosto che elemento conclusivo.
VOTO: 7

Nessun commento: