venerdì 24 aprile 2020

LA BELLE EPOQUE
Poster La belle époque
Una commedia delicata, pungente ma delicata sull'amore, sul tempo, sul tempo del perdersi e di quello per e di ritrovarsi.
Victor e Marienne sono sposati da molti anni e proprio questo tempo ha mostrato ai due coniugi le loro divergenze, e distanze che tra i due si sono create.
Lui, Victor, disegnatore e fumettista cinico (apparentemente), nostalgico e introverso, talmente legato al passato da rimanere disoccupato piuttosto che accettare un lavoro che non sia "tradizionale" e che non si possa svolgere con matita e foglio.
Lei, Marienne, psicoanalista ed estroversa votata al digitale, al virtuale e al futuro.
La distanza che li divide è il tempo che li separa, da qui l'inevitabile rottura della coppia con l'allontanamento immediato del marito. 
nel momento giusto arriva la proposta dell'agenzia Time Traveller che permette di "mettere in scena delle scene" del passato.
Victor non ha dubbi: una sera di maggio del 1974 in un caffè di Lione dal nome "La Belle Epoque", quando per la prima volta si imbatte in quella che sarebbe diventata la sua futura moglie.
questo film è una bellissima messa in scena di una storia d'amore e delle sue evoluzioni, del suo perdersi, allontanandosi e del poi sapersi ritrovare tra finzione e realtà.
La memoria, l'amore e il tempo questi i tre temi intorno al quale gira il film in una sorta di giostra fatta di continui sali e scendi. 
Forse è vero che l'amore non ha tempo, sapersi ri-conoscere dopo tanto e sapersi ri-scegliersi è la chiave di tutto.
VOTO: 7.5

mercoledì 22 aprile 2020

DEA FORTUNA

Dopo tantissimo tempo (non so neppure io quanti anni) torno al cinema e soprattutto torno a parlare di cinema. ma questo è uno di quei film di cui vorresti parare a lungo, che ti ispirano, che ti riempiono il cuore, che vorresti vedere e rivedere per apprezzarne ogni singola battuta di ogni singolo attore e cogliere tutte le sfaccettature caratteriali di ogni singolo attore.
Come sempre ci ha insegnato Ozpetek la vita è CORALE.
Non si vive da soli ma ci si cerca e lì dove manca la famiglia (per svariati motivi, fossero per lontananza geografica o per lontananza di idee e vedute) ci si crea una nuova famiglia fatta di persone "come noi" o completamente diverse da noi ma con un cuore gentile che sappia cogliere la nostra meravigliosa essenza. Una famiglia particolare quella dei due protagonisti interpretati da un magnifico Edoardo Leo (l'idraulico macho e tutto fare) e Stefano Accorsi (il traduttore raffinato e colto) a cui piace celebrare le proprie feste e quelle dei propri amici nella loro magnifica casa in un bellissimo quartiere di Roma. All'improvviso torna da lontano una vecchia amica con due figli, i quali verranno lasciati in custodia alla coppia di amici, il tempo necessario a che lei possa fare tutti i controlli medici adeguati per capire cosa le stia succedendo. 
Da qui il percorso personale e come coppia di Leo/Accorsi inizia a subire i primi colpi, le prime battute di arresto. Vengono scoperchiati i vari vasi e le vecchie "omissioni" diventano delle nuove "ammissioni" di colpa. Come in tutte le storie degli innamorati l'allontanamento è seguito dal superamento di un grosso ostacolo che in un primo momento mette a repentaglio la coppia stessa poi diventa il modo per ricongiungersi ed essere più uniti e forti di prima.
Personalmente ho adorato questo film e ancora adesso nel pensarci mi vengono i brividi.
Un film di quelli che ti ricongiungono con il mondo che ti fanno pensare che l'amore esiste e che se non rispecchia il modello tradizionale va bene ugualmente. Ci hanno insegnato che l'amore ha mille sfaccettature ma sappiamo riconoscerle... apprezzarle e soprattutto rispettarle?