domenica 26 agosto 2007

COMPAGNI DI SCUOLA



Dopo Il grande freddo anche in Italia si fa un' esperienza tipo quella americana: ex liceali che rincontrandosi quindici anni dopo fanno un punto su quelli che sono stati , quelli che sarebbero voluti diventare e quelli che sono diventati. L'occasione è la rimpatriata organizzata da una compagna di classe esattamente quindici anni dopo l'ultimo anno del liceo. Questi anni hanno allontanato la classe e durante l'incontro sfilano "persone nuove": Nancy Brilli professione mantenuta di lusso, Massimo Ghini sinistro onorevole, Athina Cenci psicoanalista con nevrosi, Christian De Sica showman fallito, non manca l'immancabile zimbello della compagnia con Fabi Traversa, Angelo Bernabucci romanesco verace, Maurizio Ferrini inguaribile goliardo, Eleonora Giorgi separata inquieta per natura, Isa Gallinelli amica petulante... In ritardo e per ciò destinato a vittima sacrificale dall'intero gruppo Verdone detto “il Patata”. I Compagni di scuola sono un po' falliti e un po' arrivati, delusi e tristi, insicuri e tronfi, tutti salvo poche eccezioni sono incapaci di volare alto e rimangono legati a piccoli giochi meschini e sono pronti a riannodare vecchie rivalità e nuovi abusi. Il regista Verdone li osserva con voluto distacco senza parteggiare per nessuno o essere malevolo per qualcun altro. Il riso si fa amaro in primo piano il tempo che ci cambia e ci rovina, togliendoci di ingenuinità, capacità di stupirci, di scoprirci. E dopo l'inevitabile bagno notturno e una ritirata felliniana all'alba, ciascuno riprenderà la sua strada con qualche speranza o qualche amarezza in più.
Verdone in questo film ha abbandonato i personaggi macchietta che lo avevano reso famoso fino ad allora, mette in scena personaggi più complessi e con più spessore. In questo film si sorride di riso amaro, ci si può riconoscere e ci si può accettare o detestare. Verdone ha saputo dare un nuovo indirizzo al genere "commedia all'italiana".
VOTO: 7

venerdì 24 agosto 2007

QUALCOSA DI CUI....SPARLARE



In una cittadina nell’America del Sud una giovane donna di nome Grace (Julia Robertas) mentre si prepara per iniziare una lunga giornata si dimentica in casa la figlia, solo la quiete in macchina le fa ricordare che “manca un pezzo”. Campanellino d’allarme di una situazione già critica che peggiorerà quando involontariamente, con la figlioletta in macchina, scopre il marito (Dannis Quaid) che, memore del suo glorioso passato, (a scuola veniva chiamato “lo stallone”) non perde il vizio e la tradisce con una ragazza mozzafiato. Grace non perderà l’occasione di fargli una scenata di gelosia e rabbia in strada e in camicia da notte.
E da qui inizia il viaggio alla scoperta di se stessa di Grace, in cui scoprirà che pur essendo lei grande, quella struttura patriarcale tipica del sud, la rende ancora “succube” di un padre che vorrebbe essere padrone. Ma la sua forza e il suo coraggio saranno travolgenti e saranno il liet motiv di una piccola rivoluzione di famiglia in cui verranno ridisegnate tutte le gerarchie.
Un film lievemente femminista in cui però la donna viene descritta come nevrotica e l’uomo come uno stallone lucido e pronto a ricominciare. Questi erano ancora i tempi in cui una commedia faceva ancora ridere era spiritosa ed intelligente. Il film è reso ritmato e vivo dall’intreccio di più storie: quella tra J Roberts e D. Quaid , quella tra G. Rowlands e R. Duvall (genitori di Grace) e il concorso di cavalli.
VOTO: 6,5

mercoledì 22 agosto 2007

HARRY POTTER E LA PIETRA FILOSOFALE


E così anche io ho iniziato, in questi pomeriggi di fine estate, ad intrattenermi con la saga degli Harry Potter. Il primo, ovviamente introduttivo, ci conduce nel "magico" mondo di Harry, prima orfanello tenuto da zii che non lo amano troppo e senza amici, poi ad undici anni e aiutato da Hagridih, riesce ad entrare nella Scuola di Magia di Hogwartz. Qui la sua fama lo precede, e tutti tra professori e alunni (vecchi e nuovi) lo conoscono. Impara di pozioni magiche, incantesimi e l'innato coraggio e drestezza con la scopa, lo fanno diventare il "ricercatore" più giovane di tutti i tempi nel gioco del Quiddich. Ma un intrigo metterà alla prova Harry e i due compagni di (dis)avventure. Senza svelare tutti i segreti della prima tappa della storia di Harry, si può dire che in questa prima pellicola molto si è detto sulla famiglia di Harry, e sulla mnascita delle sue amicizie nella scuola. Questo è più che altro un film di preparazione per i successivi sequel. E per iniziare questo Harry sembra un po' un meltin pot di storie già lette ed eroi già visti: come Oliver Twist è orfanello, come cenerentola viene maltrattato dalla famiglia in cui vive e come tutti i bimbi va a scuola (anche se quella di magia). La stessa scuola scimmiotta un po' le famose università anglo-americane. La sequenza che ho adorato più di tutto è stata la partita a scacchi, visivamente perfetta. Il personaggio che ho amato di più ovviamente Ronin dalla battuta pronta e pungente. Ovviamente avrei voluto sopprimere Ermione, ma presumo che sia proprio quello il ruola di sta ragazzina saputella.
VOTO: 6,5

domenica 19 agosto 2007

FRENCH KISS


Ok lo ammetto in estate non do proprio il meglio di me, però ho voluto ri vedere un film che mi ha accompagnato durante la mia adolescenza, avevo 15 anni quando l'ho visto la prima volta e volevo vedere che effetto faceva rivedendolo. Ancora una volta L. Kasdan. Ovviamente siamo ben lontani dal film precedente "Il grande freddo" ma anche sta volta si destreggia bene. E dalla "commedia-generazionale" passa alla "commedia di genere", utilizzando qualche luogo comune ma reso più simpatico dei buoni attori. Kate (Meg Ryan), prossima sposina, deve immediatamente raggiungere il fidanzato in Francia se vuole cercare di recuperare il suo rapporto col prossimo sposo che nella "città dell'amore" si è innamorato di una francesina sexy che gli ha fatto perdere la testa. Nell' aereo del destino trova un affascinante Luc (Kevin Kline) che, coi suoi modi da perfetto gentil uomo, cercherà l'aiuto "inconsapevole" della donna per trasportare una pianta di vite dall'America in Francia e in seguito per il furto di un coillier che servirà all'uomo per comprare la terra. Dopo un susseguirsi di faccine spudorate, gag divertenti, equivoci e piani di seduzioni accade l'inevitabile. Il progetto di Kate di riportare a casa il suo promesso sposo, va in fumo.
Inevitabile l'happy ending per questa etolica-commedia, forse una delle prime del genere. Il film ha parecchi pregi, in primis un ottimo cast a partire dalla bravissima Meg Ryan che impreziosisce il suo personaggio con tutte quelle facce buffe e simpatiche che solo a lei riescono, poi c'è la vecchia conoscenza Kevin Kline perfetto nel suo ruuolo da ladro gentil uomo e seduttore impotente, e poi c'è un commisario di polizia d'eccezione Jean Reno. Altro pregio di questo film, oltre gli scenari da sogno di una Francia tutta viti-campagna-formaggi, è una buona colonna sonora che può contare anche su un bravissimo Kavin Kline.
E' una comeddia di dodici anni fa però è ancora molto carina e godibilissima nel suo genere.
VOTO: 7

sabato 18 agosto 2007

IL GRANDE FREDDO



Sette amici dell’università del Michigan si riuniscono dopo più di una decina d’anni per la morte prematura e “voluta” di uno dei ragazzi del gruppo.
Il luogo d’incontro è la casa di campagna dei coniugi Sarah e Arold (l’unica coppia dell’università rimasta ancora in piedi) dove si tiene il funerale (dato che il suicidio è avvenuto proprio in quella casa) e dove gli altri della banda decidono di passare il fine settimana. Questi due giorni sono l’occasione per parlare di qualsiasi cosa, per ritrovare quella confidenza, quella amicizia che tanto li legava tempi addietro e che le vite di tutti giorni aveva diviso drasticamente. Tutte quelle questioni rimaste in sospeso verranno chiarite durante la permanenza e tra una cena e una discussione da brilli la compagnia avrà modo di riflettere su ciò che si è stati e ciò che si è diventati. Tante le carte giocate da L. Kasdan, gli ex contestatori sono ora diventati medico, imprenditore, giornalista, attore, casalinga e soldato di Vietnam ora impotente e spacciatore.
Infondo si può definire questo un film generazionale, in cui gli “ex studenti de ’68” fanno i conti con le dimostrazioni passate e gli ideali dell’epoca oltraggiati dalle vite che oggi conducono, col “come siamo” e “come avremmo voluto essere”, e soprattutto riflettono sul fatto che anche quella dei sessantottini è stata una moda. Motivi sociali e motivi musicali si susseguono in un tutt’ uno che gode ora dell’uno ora dell’altro elemento rendendo nel complesso il film ben riuscito. Il regista Lawrence Kasdan si concede persino un auto-citazione de “I predatori dell’arca perduta” di cui è sceneggiatore. Gli attori po sono da urlo, c’è una affascinantissima Glenn Close, Tom Berenger, William Hurt, Jeff Goldblum, Kevin Kline e per un nano secondo appare pure Kevin Costner (è l’amico suicidato che viene vestito e pettinato).
VOTO: 7

mercoledì 15 agosto 2007

NOTTI INSONNI


La malinconia ha le onde come il mare
ti fa andare e poi tornare
ti culla dolcemente
la malinconia si balla come un lento
la puoi stringere in silenzio e sentire tutto dentro
è sentirsi vicini e anche lontani
è viaggiare stando fermi
è vivere altre vite
è sentirsi in volo dentro gli aereoplani
sulle navi illuminate
sui treni che vedi passare
ha la luce calda e rossa di un tramonto
di un giorno ferito che non vuole morire mai
sembra quasi la felicità,
sembra quasi l’anima che va
il sogno che si mischia alla realtà
puoi scambiarla per tristezza ma
e’ solo l’anima che sa
che anche il dolore servirà
e si ferma un attimo a consolare il pianto
del mondo ferito che non vuol morire mai
e perdersi tra le dune del deserto tra le onde in mare aperto
anche dentro questa città
e sentire che tutto si può perdonare,
che tutto è sempre uguale
cioè che tutto può cambiare
è stare in silenzio ad ascoltare
e sentire che può esere dolce
un giorno anche morire
nella luce calda e rossa di un tramonto
di un giorno ferito che non vuole morire mai
sembra quasi la felicità
sembra quasi l’anima che va
il sogno che si mischia alla realtà
puoi scambiarla per tristezza ma
è solo l’anima che sa
che anche il dolore passerà
e si ferma un attimo a consolare il pianto
di un amore ferito che non vuole morire mai

Because the night / I 2 volti del ferragosto






take me now baby here as I am
pull me close, try and understand
desire is hunger is the fire I breathe
love is a banquet on which we feed
come on now try and understand
the way I feel when I'm in your hands
take my hand come undercover
they can't hurt you now,
can't hurt you now,
can't hurt you now
because the night belongs to lovers
because the night belongs to us
because the night belongs to lovers
because the night belongs to us
have I doubt when I'm alone
love is a ring, the telephone
love is an angel disguised as lust
here in our bed until the morning comes
come on now try and understand
the way I feel under your command
take my hand as the sun descends
they can't touch you now,
can't touch you now,
can't touch you now
because the night belongs to lovers
because the night belongs to us
because the night belongs to lovers
because the night belongs to us
with love we sleep
with doubt the vicious circle
turn and burns
without you I cannot live forgive,
the yearning burning
I believe it's time, too real to feel
so take me now,
take me now,
take me now
because the night belongs to lovers
because the night belongs to us
because tonight there are two lovers
if we believe in the night we trust
because tonight there are two lovers
because the night belongs to us
because the night belongs to lovers
because the night belongs to us

domenica 12 agosto 2007

AMERICAN DREAMZ


Tanto per passare un paio d’ore in assoluto relax, ho deciso di riprendere a guardar film (dopo essermi sparata in un mese circa tutte le 6 serie di Sex and the City). Ho optato per un film d’intrattenimento, di quelli in cui puoi spegnere il cervello e lasciarti trasportare dalle facili battute e dalle inquadrature simpatiche. Scelto American Dreamz di Paul Weitz. Tre storie: Presidente degli Usa rieletto che decide di “farsi una cultura” e inizia a leggere quotidiani e manuali di storia; kamikaze afgano in preparazione con la fissa per i musical e la “cultura” americana in genere; biondina lolita sfacciata e dignitosamente provocante, disposta a tutto pur di diventare famosa. L’incontro perfetto? Il programma televisivo American Dreamz (ricalco del vero programma televisivo American Idiol) condotto da un Hugh Grant in splendida forma. Il Presidente degli Usa Dannis Quaid è convinto dai suoi collaboratori di partecipare al programma come giudice, in quanto il programma rispecchia esattamente il target dei suoi elettori: medio-basso, e rispecchia esattamente il suo programma politico: populista; il finalista kamikaze lotta con se stesso e la propria cultura : ammazzare o non ammazzare il presidente; la biondina canterina che trae profitto da tutta la situazione.
Il film cerca di far satira sulla società americana, talvolta scendendo in dei luoghi comuni spaventosi, tipo la caratterizzazione dei personaggi, e cerca, attraverso l’intreccio, di dare più ritmo e comicità alla commedia. Tutto sommato è un buon film per l’estate, simpatico e sufficiente: sufficientemente demenziale, sufficientemente ridicolo, sufficientemente riuscito.
Il linguaggio utilizzato è molto televisivo, la stessa scelta di fotografia utilizza colori molto accesi e sfondi netti e definiti.
VOTO: 6+