sabato 6 ottobre 2007

LA RAGAZZA DEL LAGO




Un opera prima di Andrea Molaioli questo "La ragazza del lago".
Una bambina mentre torna a casa viene avvicinata da Mario, un ragazzo cresciuto fisicamente ma non mentalmente, che le mostra i suoi conigli e le racconta una favola sul lago che si trova vicino alla piccola città in cui abitano. Nel lago vive un serpente gigante (reminescenza felliniana da La Dolce Vita) che in un certo periodo dell'anno riemerge e se qualcuno prova a fissare i suoi occhi si addormenta per sempre.
Mario e la bambina custodiscono un segreto. Il serpente ha colpito una ragazza del paese, trovata riversa sulle sponde del lago. Ad investigare nel piccolo paesino del Friuli un commissario napoletano, un Toni Servillo tanto distaccato e glaciale nel modo di lavorare ma altrettanto caloroso come solo un napoletano con la sua parlata e nel suo modo di agire sa essere.
Tutto il film è giocato sulla risoluzione di questo omicidio molto atipico visto che la vittima non ha opposto resistenza e si è lasciata morire.
Senza voler svelare nulla di questo trillher, il film trova nell'attore protagonista Tony Servillo, uno dei motivi principali della sua riuscita, accompagnato da una sceneggiatura ben scritta capace di delineare perfettamente i contorni del commissario (lasciando spazio persino alla storia personale collegata al motivo del suo trasferimento dalla Campania al Friuli) utilizzando gli altri personaggi come delle comparse che gli facessero da spalla. Gli stessi esterni, con i paesaggi sconfinati della regione, le immagini del piccolo paese friulano appaiono elementi utili alla sceneggiatura per aggiungere ulteriori informazioni alla storia.
La regia di Andrea Molaioli è molto particolare. Per certi versi non è troppo scorrevole è estremamente curata ma talvolta sembra essere fin troppo forzata (in modo particolare durante il ritrovamento del corpo della ragazza) come un meccanismo che a volte finisce per incepparsi. E ad aumentare questa sensazione è l'uso di musiche "elettriche e distorte" spropositato.
Un'ultima nota, a favore ancora una volta, riguardano le immagini. Lo schermo sembra proiettare l'immagini di un quadro che gioca sui contrasti del verde dei boschi, il trasparente dell'acqua, l'azzurro del cielo e il perlaceo della pelle della ragazza.
VOTO:7

5 commenti:

Anonimo ha detto...

E brava! La recensione è proprio bella e concordo...anche sulle musiche alle volte un pò "esagerate"! Brava imbecì...però possocontinuare a dire che a me un pò ha ricordato "Insomnia"?

Edoardo

FiliÞþØ ha detto...

Concordo su tutto, voto compreso...menzione speciale per la ragazza in questione, ma di questo ne abbiamo già parlato abbondantemente!:P
Non sapevo del richiamo felliniano...ma daltronde la dolce vita devo ancora vederlo...
Ciao

rovistata ha detto...

vabbe ma come sei "venale" la ragazza in realtà è un simbolo non è un corpo... beh la scena finale del serpente gigante ritrovato (la dolce vita) è quasi quasi un cult..visto che ritorno da "colta" il mio....?

Anonimo ha detto...

Edoardo, come detto in altro commento (non ricordo su quale blog, avevo del tempo libero oggi...) il collegamento ci sta tutto.
Poiché sia l'originale da cui Nolan ha tratto il suo "Insomnia" (si, è un remake) che il libro da cui è tratto "La ragazza del lago" sono ambientati in Norvegia.

E, come detto ormai in molti altri blog, questo film resta una delle più belle sorprese di inizio stagione!

rovistata ha detto...

concordo pienamente con te