lunedì 28 maggio 2007

LEZIONI DI PIANO



Una donna, Ada (Holly Hunter), rimasta muta dall’età di sei anni a causa di un forte trauma, raggiunge il proprio promesso sposo, mai visto prima, in Nuova Zelanda. Con sé porta una figlia ancora piccola, l’unica in grado di capire i suoi segni e comunicare per lei, e un piano, unico vero e proprio mezzo di comunicazione della donna muta. Le aspetterà un percorso difficoltoso che le porterà finalmente a casa, ma senza l’amatissimo piano. A recuperare l’oggetto un amico dell’amico (Harvey Keitel) apparentemente rozzo e sgradevole, ma dal cuore sensibile. I due finiranno per innamorarsi l’uno dell’altra di un amore carnale e dolcissimo insieme, suscitando l’ira del “marito per forza” di lei. Ma il lieto fine è d’obbligo.
Lì dove la regista Campion toglie un senso, la parola, carica il film di altro: lo sguardo, il tocco. Ogni singola scena sembra essere un quadro, talmente perfetto e ricercato, da riuscire a “parlare” senza parole. Le parole non sono più fondamentali per conoscere qualcuno, basta il tocco, sono le mani il vero strumento di scoperta.
Questo film dai colori in contrasto, tipo il blu-grigiastro del mare in tempesta, e poi i verdi-marrone della foresta, sembra abbandonarsi tutto al non detto piuttosto che alle parole, si affida allo sguardo e al tocco per spiegare ciò che la voce non è in grado di fare. Holly Hunter è bravissima nel comunicare solo attraverso la gestualità è al contempo istintiva e ragionata, accompagnata da uno stupendo Harvey Keitel, capace con la sua fisicità e il suo nudo integrale, di esprimere forza e rozzezza, e saper essere insieme un uomo estremamente romantico.
VOTO: 7

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Bello... ma dovrei rivederlo, lo vidi molti anni fa.

rovistata ha detto...

dovresti perchè è speciale questo film