Un uomo, Titta di Girolamo, da anni è rintanato in un albergo svizzero tagliando tutti, o quasi, i rapporti col proprio passato e con la propria famiglia. Senza un perché apparente trascorre le proprie giornate tra una camera e il bar, tra il ristorante e il salotto. Regolarmente riceve una valigia, e intorno a quella valigia si cocentrano tutti i misteri, mostruosi e inquietanti, che lo riguardano. L'unico contatto umano che si concede dopo anni, è quello con la barista dell'albergo che più volte aveva provato a rivolgergli parola, ad instaurare un dialogo. Da quel momento in poi il precario equilibrio di Titta va in crisi.
Un film essenziale il secondo di Sorrentino, dove non ci sono orpelli di alcun genere nè visivo nè espressivo. Persino la sceneggiatura è molto asciutta e si affida alla recitazione di Tony Servillo che con assoluta maestria riesce a esprimere, anche solo con la staticità della sua faccia, i cambi di registro "umorali e situazionali".
Penso che questo film si possa odiare ed amare per gli stessi identici motivi, il vuoto della vita di Titta (compresa la sua recitazione monotonica) e l'assenza di tutto (solo il necessario è sulla scena, compreso il cinismo) finiscono per infastidire. Ammetto che questo pensiero è assolutamente relativo, ma l'elogio all'essenziale finisce per rendere il film del tutto impersonale.
VOTO: 6
3 commenti:
Già ne abbiamo parlato...su questo abbiamo opinioni differenti...secondo me questo film è stupendo...
Ahhhhh! Io sono d'accordo con Filippo. Lo trovo perfetto,sotto ogni punto di vista,in particolare Servillo e la regia di Sorrentino che dimostra di essere uno dei migliori registi italiani.
io di sorrentino per ora ho visto solo questo..io ho un motivo particolare per cui non mi è piaciuto più di tanto..odio il solo cinismo, quello sterile. Si il regista è bravissimo, fa delle composizioni di scena stupende, Tony Servillo ha una recitazione da dieci e lode, ma questo film è dedicato al vuoto, e tutto questo mi infastidisce.
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