mercoledì 4 luglio 2007

CABARET


Be' siccome sono in vena di musical ho pensato di recensire il padre dei musicall: Cabaret, praticamente un'istituzione.
All’inizio degli anni Trenta Berlinoil crollo della Borsa in America ha conseguenze vistose anche nel vecchio continente e anche in Europa soffia il vento della crisi, ma come un malato che non accetta il proprio male, ci si stordisce di musica e ballo. Stella della compagnia dell’epoca è Sally Bowles, giovane americana dalle forme giunoniche con una voce d’oro, e di forte libertà sessuale. Sally fa amicizia con uno studente inglese suo vicino di casa, Brian, non proprio un latin lover: Sally prende a cuore la causa dell’amico e cerca di porvi rimedio, pur continuando a flirtare con il barone von Heure, attratto anche da Brian, che rivela a Sally le sue propensioni omosessuali. Intanto, il nazismo avanza. Una coppia di amici di Brian e Sally è separata dalle leggi razziali. Sally rimane incinta, ma di chi? Brian parte per Londra, mentre Sally, dopo un aborto, torna a cantare nel cabaret.
Cabaret è una tragi-commedia berlinese e Fosse ha saputo circondarsi di formidabili professionisti: Liza Minnelli esprime a meraviglia il sapore acidulo di una «divina decadenza»; Joel Grey e Goeffrey Unsworth. I fasti morbosi del musical trovano il loro contrappunto in un documento sociale di preciso realismo. Ricostruzione d’epoca di qualità incontestabile, Cabaret vinse molti Oscar: per la regia, l’interpretazione (Minnelli e Grey), la fotografia, la scenografia, il montaggio, la musica.
VOTO: 7,5

1 commento:

Anonimo ha detto...

Ehm... devo dire che questo mi manca! :) Ciao cara!