sabato 24 gennaio 2009

UN TRAM CHE SI CHIAMA DESIDERIO



Blanche Debois, una donna con qualche anno in più, nelle strade fumose di una fervida New Orleans che cerca disperatamente la casa della sorella Stella, dalla quale andrà a vivere per qualche tempo. L’arrivo della sorella maggiore porterà scompiglio nella coppia Stella - Stanley, un ruvido e iracondo giovane di origini polacche, dal quale aspetta un figlio.
Tra Blanche e Stanley non c’è feeling, lei accusa lui di essere rozzo e non adatto alla sorella, lui rivendica il Codice Napoleonico e perciò l’eredità della moglie (eredità sfumata da Blanche e dalla sua ricerca di lusso sfrenato) che porterà ad un tragico epilogo. Tratto da un dramma in undici scene di Tennessee Williams (messo in scena dallo stesso E. Kazan nel 1947 con gli stessi interpreti principali e Jessica Tandy nella parte di Blanche il film di Kazan è un must del cinema americano.
Il personaggio di Vivian Leigh è costruito alla perfezione, una lucidità incostante segnata dai tragici eventi della sua vita e dalla morte prematura del marito che l’hanno minata dalla base, quello di Stanley che sembra essere cucito su un fantastico Marlon Brando che su ogni centimetro di corpo, abbondantemente scoperto e utilizzato per l’epoca, trasuda mascolinità e ruvidezza. Al centro della pellicola la psicologia dei personaggi, opposti che d’istinto si scontrano e si feriscono nel profondo.
Tutto il film offre spunti di riflessioni interessanti, ma ciò che preferisco è il dialogo finale tra una Blanche distrutta e l’uomo che la condurrà in una casa di cura.
So di mentire spesso: dopotutto il fascino femminile è per metà illusione.
La sincerità è soltanto di coloro che hanno conosciuto il dolore.
Le piacciono i lunghi pomeriggi piovosi di New Orleans?Quando un'ora non è un'ora, ma un frammento d'eternità caduto tra le nostre mani..e non si sa che farsene..
E infine, una su tutte
Chiunque voi siate, ho sempre confidato nella gentilezza degli estranei…
Ovviamente questo film ha ispirato molta della cinematografia attuale, si pensi a “Tutto su mia madre” una citazione esplicita del film di Kazan, ma anche Closer di M. Nichols cita il regista americano proprio nell’elogio allo sconosciuto.
VOTO: 10

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