domenica 31 agosto 2008

A SANGUE FREDDO


Un omicidio efferato in una casa dispersa tra le campagne di una cittadina tranquilla del Kansas. E' questa la notizia che colpisce lo scrittore di New Orleans Truman Capote e lo porta a lasciare la città e le feste in suo onore. L'evento dà allo scrittore l'idea per un nuovo libro, un nuovo genere: il romanzo documentario. Accusati dei 4 omicidi due uomini al cui destino Capote si legherà e a cui destinerà i suoi soldi per potergli assicurare un buon avvocato che cerchi di sovvertire il verdetto di "colpevoli" e "pena di morte". Durerà sei anni questo strano rapporto tra scrittore e detenuto, rapporto in cui le figure del carnefice e della vittima si mischiano e si invischiano.
Un po' come in un cerchio, il film inizia e finisce con un omicidio, voluto e legalizzato l'ultimo, incomprensibile e illogico il primo. In tutta la pellicola colpisce molto la fotografia, gli ambienti sono aperti e infiniti nelle esterne, chiusi e cupi negli interni. Truman Capote è l'unico vero protagonista del film tutti gli altri personaggi non sono che satelliti che gli girano intorno senza riuscire mai davvero a toccarlo o scalfirlo, i dialoghi sono quasi sempre a due e lo scrittore appare come in posa per un'imminente foto o dipinto.
La vita di Capote è un'opera d'arte con un unico soggetto: se stesso.
VOTO: 7

2 commenti:

Anonimo ha detto...

L'ho visto su Sky con l'impostazione lingua originale. Il lavoro di Seymour Hoffman è a dir poco eccezionale! Ma io sono di parte, adoro questo attore.

rovistata ha detto...

io adoro Truman Capote, e ora vado con l'opera omnia e piano piano cerco di leggere tutti i suoi testi..
magnifico!