Un omicidio efferato in una casa dispersa tra le campagne di una cittadina tranquilla del Kansas. E' questa la notizia che colpisce lo scrittore di New Orleans Truman Capote e lo porta a lasciare la città e le feste in suo onore. L'evento dà allo scrittore l'idea per un nuovo libro, un nuovo genere: il romanzo documentario. Accusati dei 4 omicidi due uomini al cui destino Capote si legherà e a cui destinerà i suoi soldi per potergli assicurare un buon avvocato che cerchi di sovvertire il verdetto di "colpevoli" e "pena di morte". Durerà sei anni questo strano rapporto tra scrittore e detenuto, rapporto in cui le figure del carnefice e della vittima si mischiano e si invischiano.
Un po' come in un cerchio, il film inizia e finisce con un omicidio, voluto e legalizzato l'ultimo, incomprensibile e illogico il primo. In tutta la pellicola colpisce molto la fotografia, gli ambienti sono aperti e infiniti nelle esterne, chiusi e cupi negli interni. Truman Capote è l'unico vero protagonista del film tutti gli altri personaggi non sono che satelliti che gli girano intorno senza riuscire mai davvero a toccarlo o scalfirlo, i dialoghi sono quasi sempre a due e lo scrittore appare come in posa per un'imminente foto o dipinto.
La vita di Capote è un'opera d'arte con un unico soggetto: se stesso.
VOTO: 7